Cani dominanti e cani remissivi: che significa?
Dominanza, il fulcro dell’addestramento secondo il metodo classico. Di cosa si tratta e soprattutto, esiste davvero?
Lisa Pugliese
Educatrice_CinofilaC’è un librettino molto simpatico, scritto da Barry Eaton, che vi invito a leggere, nella versione italiana si chiama “Dominanza: realtà o mito?” e parla di come questo concetto abbia profondamente influenzato il ruolo nel cane nella nostra società, soprattutto all’interno delle nostre case. Ma partiamo dall’inizio.
E’ generalmente definito individuo dominante colui che si trova all’apice della piramide gerarchica, gregari saranno invece coloro che si trovano alla base. Secondo la “teoria della riduzione del rango”, quando il cane si ritiene “capobranco”, è necessario porre in atto tutta una serie di manifestazioni comportamentali finalizzate a contenere questo suo ruolo illegittimo. Ma quali sono i comportamenti che ci portano a pensare che il cane non ci consideri più (o non c’abbia mai considerato) il suo capobranco? Vediamone insieme alcuni:
- Tirare al guinzaglio
- Saltare addosso
- Ringhiare quando qualcuno si avvicina alla ciotola
- Ringhiare quando qualcuno si avvicina all’automobile o al giardino di casa
- Confliggere con altri cani
- Dimostrare aggressività verso le persone
- (…solo per citarne alcuni)
Proviamo a fare alcune considerazioni su questi argomenti. Molti cani (per non dire moltissimi), manifestano (o hanno manifestato almeno una volta nella loro vita) uno di questi comportamenti indesiderati. Se però solo per questo consideriamo un individuo dominante, qualcosa non torna a livello numerico, poiché trovandosi all’apice della piramide, i cani dominanti dovrebbero essere massimo 1/100 di quelli sottomessi!
Oltre a questo, dobbiamo considerare la motivazione: cosa spinge un cane a mostrare almeno uno degli atteggiamenti sgraditi di cui sopra? Ansia? Paura? Frustrazione? Iperattività? Allora quale di queste emozioni è direttamente correlata alla dominanza e quale no? Dubito che si possa ottenere una risposta certa a questa domanda.
Per decenni si è studiato il comportamento del cane basandosi su quello del suo progenitore lupo. Purtroppo però abbiamo fatto un gravissimo errore, cioè abbiamo studiato i lupi in cattività invece di quelli in natura, che hanno un comportamento completamente diverso. I branchi che vivono liberi sono prevalentemente formati da gruppi familiari, mentre i branchi in cattività sono quasi sempre individui già adulti che sono stati raggruppati insieme in maniera coatta. Questo ha portato spesso a gravi conflitti interni (che in natura non avvengono assolutamente), facendo passare il messaggio che i lupi sono animali crudeli e sanguinari che altro non vogliono che dominare il mondo. Niente di più sbagliato e finalmente, grazie a nuove ricerche scientifiche, stiamo iniziando a rendercene conto!
L’addestratore che basa il suo metodo su un programma di riduzione della dominanza, vi consiglierà di attuare tutta una serie di precauzione simili a queste…
Il proprietario:
- deve mangiare prima del cane
- deve entrare in casa prima del cane
- deve potersi avvicinare alla ciotola anche se il cane non vuole
- non deve farsi saltare addosso
- non deve sempre assecondare il cane quando vuole giocare
- se il cane ha paura di qualcosa lo deve ignorare
- (…solo per citarne alcuni)
Avete presente le emozioni di cui vi parlavo prima? Paura, ansia, frustrazione…sono questi i motivi che stanno alla base dei comportamenti sgraditi dei nostri cani, ai quali si possono sommare ovviamente altre cose, come una mancata o inadeguata socializzazione, ipersensibilità agli stimoli, problematiche legate alle risorse (ciotola, osso, divano, cuccia, etc.) e molto, molto altro.
Attenzione! Questo non significa che l’educazione del cane e la gestione da parte del proprietario non siano fondamentali. Abituare il cane fin da piccolo ad indirizzare adeguatamente determinati comportamenti è fondamentale, sia per la gestione domestica che pubblica.
Ignorare il cane quando manifesta paura è pura follia relazionale, noi siamo la sua base sicura, la sua guida, il suo referente, essendo un animale sociale è naturalmente portato a cercare il nostro aiuto in caso di bisogno e se noi glielo neghiamo andiamo a minare profondamente la relazione con lui. Concludo sottolineando che se il nostro cane ha un problema con le risorse e noi lo fomentiamo imponendo la nostra presenza nei suoi spazi intimi, stiamo entrando in conflitto e questo potrebbe portare a manifestazioni di aggressività da parte sua che certamente non si risolvono con la forza o ancor peggio con la violenza fisica.
Se avete l’impressione di avere difficoltà relazionali e gestionali con il vostro cane, rivolgetevi ad un/una professionista che lavori in positivo e vi spieghi chiaramente cause e rimedi del suo comportamento.
Dott.ssa Lisa Pugliese
Educatrice e Istruttrice Cinofila