Cheratite pannosa del cane: cause, sintomi e trattamento
Cheratite pannosa del cane, come riconoscerla, come trattarla. Poche accortezze per migliorare la vista del tuo cane.
Aurora Busti
VeterinariaCos’è la cheratite pannosa del cane?
La cheratite pannosa del cane (CSK) detta anche cheratite superficiale o cheratocongiuntive cronica, è una patologia oftalmologica veterinaria che colpisce in particolare il pastore tedesco, il pastore belga, il collie e il greyhound ma può manifestarsi anche nelle altre razze e nei meticci. Non è stata dimostrata un’eredità della patologia, ma esiste una predisposizione pertanto è da tenere in conto se si utilizzano, per la riproduzione, soggetti che ne hanno sofferto.
Sintomi:
I primi due sintomi che ci devono far preoccupare sono la cornea che non appare trasparente e la comparsa di macchie. La cornea si pigmenta in seguito ad una vascolarizzazione anomala e queste macchie possono aumentare di dimensioni fino a portare a cecità. Viene detta pannosa poiché si viene a creare come un panno sull’occhio. Solitamente colpisce entrambi gli occhi e la sua causa è immunomediata: il corpo non riconosce come proprie alcune sue parti e quindi reagisce scatenando un processo infiammatorio.
Hai domande sulla nutrizione e la salute del tuo animale domestico? Ricevi subito una consulenza veterinaria gratuita!
Cause:
Sembrerebbe che i raggi ultravioletti collaborino nella comparsa della malattia, poiché si è osservata una maggiore incidenza in cani che vivono in zone ad elevata altitudine o che comunque sono spesso esposti all’azione dei raggi UV. Non essendo di natura ulcerativa il cane non presenterà fastidio e/o dolore all’occhio. Come complicazioni non si possono escludere la fuoriuscita di pus, così come le congiuntiviti e il blefarospasmo, soprattutto nella fase avanzata della malattia.
Trattamento:
Una volta diagnosticata la patologia, a seguito di una visita specialistica da parte di un medico veterinario, il trattamento è effettuato attraverso pomate e/o colliri oftalmologici a base di antibiotici, cortisonici e immunosoppressori che saranno applicati più volte durante la giornata. In caso non ci siano miglioramenti si può pensare di associare anche l’ozonoterapia per aiutare la regressione dell’infiammazione. Fondamentale iniziare tempestivamente il trattamento per ottenere risultati migliori e ottenere la scomparsa della vascolarizzazione. Da tenere in considerazione che in alcuni casi la terapia dovrà essere effettuata a vita.
Dott.ssa Aurora Busti
Medico veterinario Barkyn